L’impianto di una artroprotesi del ginocchio può essere valutato in caso di una degenerazione articolare marcata che comprometta i movimenti quotidiani e la qualità di vita. Se la cartilagine del ginocchio è molto danneggiata dall'artrosi, sia per l'invecchiamento sia per traumi precedenti, a volte l’unica soluzione è la artroprotesi. In presenza di processi degenerativi importanti (artrosi) la cartilagine che ricopre la superficie delle ossa del ginocchio si usura a tal punto che le ossa, facendo attrito tra loro, sono causa di limitazioni nella mobilità e forti dolori difficilmente controllabili da farmaci o trattamenti fisioterapici.

La sostituzione del ginocchio viene eseguita con estremo successo da oltre 40 anni, i pazienti che si sottopongono alla procedura riferiscono un miglioramento significativo del dolore, della funzionalità del ginocchio e della qualità di vita in generale. Inoltre, grazie ai recenti progressi su materiali e tecniche di intervento min-invasive, i risultati sono sempre migliori. La percentuale di complicanze dopo l’impianto di una artroprotesi totale del ginocchio, se eseguito da personale medico altamente competente, è piuttosto bassa ed i risultati a medio-lungo termine sono soddisfacenti.

Tuttavia, nonostante la rimozione del dolore sia uno dei principali obiettivi della protesizzazione di ginocchio, l’intervento chirurgico ha tra le conseguenze negative più frequenti un elevato livello di dolore post operatorio legato ad una forte risposta infiammatoria indotta dall’atto chirurgico. Un severo dolore post-operatorio è non solo causa di sofferenza per il paziente, ma può influenzare negativamente il recupero dopo l’intervento, inoltre un dolore incontrollato può portare allo sviluppo di dolore cronico e ad un risultato a lungo termine insoddisfacente per il paziente.

Sostanzialmente dipende dalle esigenze del paziente. L'artroprotesi si impianta quando il paziente è motivato e vuole migliorare la qualità della propria vita. I parametri in base ai quali decidere se operarsi o meno sono il dolore e la limitazione funzionale provocati dall’artrosi. Oggi i materiali e le tecniche chirurgiche sono sempre più affidabili e consentono di operare anche persone relativamente giovani, se c’è una reale indicazione.

L’intervento è seguito da una breve degenza post-operatoria (5 gg. circa). Il paziente inizia da subito la fisioterapia con esercizi attivi e passivi di flesso-estensione. Già dopo 2 giorni dall'intervento può alzarsi dal letto e camminare con l'aiuto di due stampelle (bastoni canadesi). Una volta a casa, prosegue il programma di riabilitazione per recuperare il movimento e rinforzare il tono muscolare. In questa fase il paziente ha una certa autonomia nell’assolvere le normali attività quotidiane,  compresa la possibilità di deambulare, salire e scendere le scale (sempre con l’ausilio di bastoni canadesi).

La ripresa funzionale deve comunque essere sempre seguita da un terapista che, dietro prescrizione del chirurgo ortopedico, porta gradualmente ad un completo recupero. Nell’arco di 3-4 mesi il paziente è solitamente in grado di riprendere una discreta attività lavorativa. Il recupero completo, con possibilità di dedicarsi ad attività fisiche non impegnative, avviene normalmente in 10-12 mesi.